Dal prossimo anno scolastico per accedere al nido e alle scuole d’infanzia i bimbi triestini dovranno essere obbligatoriamente sottoposti a vaccinazione antidifterica, antitetanica, antipoliomielitica e antiepatite virale B. Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata da due famiglie triestine contro la sentenza del Tar Friuli Venezia Giulia che aveva giudicato valida la delibera del Comune di Trieste sull’obbligo di vaccinazione per l’accesso ai servizi educativi da zero a 6 anni. Delibera nata sull’onda della constatazione che Trieste registra per tutte e quattro le vaccinazioni percentuali di adesione ben al di sotto della soglia del 95% identificata come capace di garantire l’immunità di gregge.
Il Consiglio di Stato Consiglio di Stato ritenuto l’ obbligo di vaccinazione coerente con il sistema normativo generale in materia sanitaria e con le esigenze di profilassi imposte dai cambiamenti in atto e non ha rilevato conflitti i principi di precauzione né con quello di proporzionalità, riconoscendo - come già in precedenza il Tar – che la tutela della salute in età prescolare prevale sulle responsabilità genitoriali.
Il caso di Trieste, destinato a fare giurisprudenza, è il segnale di una importante inversione di tendenza dopo i reiterati allarmi legati al calo delle vaccinazioni sotto la soglia minima raccomandata dall'Organizzazione mondiale della sanità, e cioè del 95% della popolazione.
Il dibattito sul ripristino dell’obbligo vaccinale scolastico - cancellato nel 1999, dopo oltre trent’anni di onorato servizio - era stato riaperto a inizio anno nel corso di un incontro tra il ministro della Salute e gli assessori regionali alla sanità a inizio anno, all’indomani del via libera della Stato-Regioni al Piano nazionale vaccini 2017-2019, quando la Lorenzin sie era riservata di portare la questione all'attenzione del Governo. Nel frattempo sia l’Emilia Romagna che la Toscana hanno adottato leggi che reintroducono l’obbligo in ambito regionale. E anche il Consiglio regionale lombardo – nonostante la contrarietà all’obbligo espresso a suo tempo dell'assessore al Welfare di Regione Lombardia, Giulio Gallera, ha finito con l’approvare una mozione in materia.
Rispondono al nome di Pbrer, Rmp e Pass e sono i report che le aziende farmaceutiche che producono i vaccini sono tenute a predisporre per monitorare l’intero ciclo di vita del prodotto, documentando passo passo i dati relativi a sicurezza ed efficacia. L’informazione è contenuta nel documento “La vaccinovigilanza in Italia: ruolo e obiettivi” pubblicato da Aifa con l’obiettivo di fornire una sintetica panoramica delle attività connesse alla vigilanza sui vaccini, compresa la valutazione del nesso di causalità, facendo chiarezza sulle buone pratiche previste per le imprese produttrici e sui monitoraggi effettuati dalla Rete nazionale di Farmacovigilanza (Rnf).
Affidato in particolare al Periodic Benefit Risk Evalution Report (Pbrer), il compito di presentare i dati relativi alla sicurezza e alla valutazione del beneficio basata sui dati di efficacy ed effectiveness, mentre è il Risk Management Plan (Rmp) - obbligatorio dal 2012 - a descrivere l'insieme delle attività di farmacovigilanza e interventi adottati dall’azienda per identificare, caratterizzare, prevenire e minimizzare i rischi relativi al prodotto. Sono invece infine i post-authorization safety studies (Pass) ad identificare, caratterizzare o quantificare un rischio, confermare il profilo di sicurezza o valutare l'efficacia delle misure di minimizzazione del rischio (risk management measures) adottate dalle aziende titolari dell'Aic.
Redatto dal Gruppo di Lavoro per la Vaccinovigilanza, istituito dall’AIFA con determina del 30 luglio 2014 e costituito da rappresentanti dell’Agenzia, del Ministero della Salute, dell’Istituto Superiore di Sanità e dei Centri Regionali di Farmacovigilanza e di Prevenzione e con la partecipazione ad hoc di esperti nazionali, il documento è un vero e proprio “sussidiario” degli strumenti utilizzati per monitorare l’uso sicuro dei vaccini e delle attività di farmacovigilanza relative alla raccolta, valutazione, analisi e comunicazione degli eventi avversi che seguono l'immunizzazione (Adverse Event Following Immunization o Aefi).
Sei giovani farmacologi da tutta Italia premiati per l’eccellenza dei propri studi e proiettati – grazie a stage aziendali – nel mondo della ricerca e del lavoro, merito della rinnovata sinergia tra Società Italiana di Farmacologia (SIF) e Assogenerici. È successo oggi, in occasione del Convegno monotematico Il ruolo della Farmacologia Clinica in Italia: prospettive future nell’ambito del SSN , organizzato da Società Italiana di Farmacologia (SIF), Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli” – con il patrocinio della Federazione delle associazioni dei dirigenti ospedalieri internisti (FADOI).
“Continuando la tradizionale collaborazione tra SIF e Assogenerici – ha dichiarato il presidente SIF Giorgio Cantelli Forti – anche quest’anno sei giovani sono stati premiati con borse di studio che hanno vinto partecipando a un bando con singoli progetti su rilevanti temi di farmacologia clinica. L’attrazione dei giovani verso questo settore industriale e verso un argomento di ricerca importante a garanzia dei farmaci equivalenti si è dimostrata molto elevata e la selezione vede che i vincitori si distribuiscono su tutto il territorio nazionale. Questo fatto dimostra che la Farmacologia degli Atenei del Sud, del Centro e del Nord Italia ha sviluppato una capacità di ricerca competitiva nel settore della Farmacologia clinica, il che deve fare riflettere sull’opportunità di inserimento di un apposito servizio nel SSN per garantire, a fianco dei colleghi prettamente clinici, l’appropriatezza terapeutica, la sicurezza della scelta e dell’uso del farmaco nonché la razionalizzazione della spesa sanitaria”. Conclude Cantelli Forti: “Nell’esprimere la gratitudine della SIF e mia personale ad Assogenerici desidero anche sottolineare come questo atto di attenzione verso i giovani laureati in momenti così difficili per il loro inserimento nel mondo del lavoro, rivesta anche un atto importante di caratterizzazione e di indirizzo professionale in quanto il bando prevede per ciascuno uno stage in azienda”.
“Per Assogenerici la ricerca in farmacologia è e deve continuare a essere un asset fondamentale per il nostro paese: riconoscere, anche economicamente, l’attività dei giovani ricercatori è fondamentale per garantire un futuro a tutto il comparto del farmaco italiano che vede i farmaci equivalenti e i biosimilari ricoprire un peso sempre più rilevante. Spesso ci si dimentica, infatti, che i farmaci equivalenti e biosimilari sono figli della stessa ricerca che produce non soltanto nuovi farmaci ma anche modalità produttive sempre più innovative”, ha dichiarato Enrique Häusermann, Presidente di Assogenerici. ”Da questa consapevolezza discende la nostra pluriennale collaborazione con la Società italiana di farmacologia a vantaggio, ancora una volta, del sistema salute italiano”.
Questi i vincitori:
- Marta GENTILI , Unità di Farmacologia Clinica, Dipartimento di Scienze Cliniche e Biomediche, University Hospital "Luigi Sacco"- Università degli Studi di Milano, per il progetto "Se equivale, tanto vale!";
- Lucia GOZZO , Azienda Ospedaliera Universitaria - Policlinico Vittorio Emanuele, Università degli Studi di Catania, per il progetto "Reazioni avverse da farmaci equivalenti: impatto delle disposizioni regionali sulla non sostituibilità";
- Ylenia INGRASCIOTTA , Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale - Policlinico Universitario “G. Martino”, Università degli Studi di Messina, per il progetto "Comparative effectiveness and safety of the switching between erythropoiesis-stimulating agents in clinical practice: a cohort study ";
- Ersilia LUCENTEFORTE , Dipartimento di Neuroscienze, Psicologia, Area del Farmaco e Salute del Bambino (NEUROFARBA) - Università degli Studi di Firenze, per il progetto "Safety of antiepileptic drug and difference between brand-name and generic drug";
- Cristina SCAVONE , Centro Regionale di Farmacovigilanza e Farmacoepidemiologia Regione Campania - Dipartimento di Medicina Sperimentale, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, per il progetto "Analisi delle segnalazioni di sospetta ADR in Regione Campania dai primi 20 principi attivi a brevetto scaduto a maggior spesa nell’anno 2015: valutazione delle differenze tra i rispettivi originator ed equivalenti in termini di incidenza delle ADR e correlazione tra i fallimenti terapeutici segnalati e il fenomeno del biocreep";
- Maurizio SESSA , Centro Regionale di Farmacovigilanza e Farmacoepidemiologia Regione Campania - Dipartimento di Medicina Sperimentale, Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, per il progetto "Patterns in Spontaneous Adverse Event Reporting Among Branded and Unbranded Drugs in Campania Region (Italy)"
Assogenerici si congratula con l’onorevole Beatrice Lorenzin per la sua conferma alla guida del Ministero della Salute. “Riteniamo estremamente positiva per la sanità italiana questa conferma - ha affermato Enrique Häusermann, presidente di Assogenerici - perché permette di non interrompere il proficuo confronto tra il Ministero e gli attori del comparto che si è instaurato in questi anni".
"Auguriamo buon lavoro al Ministro Lorenzin - ha concluso Häusermann - e rinnoviamo fin d’ora la nostra disponibilità alla più ampia collaborazione”
La quarta tappa dell’iniziativa “Fabbriche Aperte”, promossa da Assogenerici, si è svolta oggi all’interno del sito produttivo diLachifarma, azienda fondata nel 1985 dal dottor Luigi Villanova, farmacista e imprenditore che ha creato le basi per quella che oggi è divenuta una realtà farmaceutica di eccellenza, riconosciuta a livello internazionale.
Il tour all’interno dello stabilimento di Zollino (Le) è stato l’occasione, quindi, per invitare Istituzioni, amministratori locali e giornalisti a toccare con mano il valore produttivo, economico e occupazionale di una delle realtà aziendali più importanti del comparto dei generici.
“La vera mission di Lachifarma è il valore etico di ciò che si produce e questa iniziativa è un’opportunità per poter dimostrare al mondo istituzionale, al sistema politico nazionale e ai consumatori che la farmaceutica in Italia ha degli standard eccellenti di qualità che assicurano efficacia, sicurezza e sostenibilità delle cure, a beneficio della tutela della salute del paziente - ha dichiarato Luciano Villanova, Qualified Person di Lachifarma. – "L’eccellenza è la regola, la qualità è il risultato dell’esperienza’ amava ripetere il nostro fondatore, Luigi Villanova: una qualità che Lachifarma riesce ad ottenere anche grazie agli investimenti continui in Ricerca, Sviluppo ed Innovazione Tecnologica che, negli ultimi 5 anni, hanno riguardato circa il 15% del valore del nostro fatturato ”.
“L’iniziativa ‘Fabbriche Aperte’ è nata con l’obiettivo di promuovere la corretta informazione sulla qualità dei farmaci equivalenti nei confronti dei quali, a vent’anni dall’introduzione in Italia, c’è ancora diffidenza – ha spiegato Enrique Häusermann, Presidente di Assogenerici. – Con la tappa di oggi, qui presso Lachifarma, le Istituzioni, le amministrazioni locali, i medici, i pazienti, i consumatori e la stampa hanno avuto modo di vedere da vicino un’azienda innovativa che rappresenta un’eccellenza nazionale nel panorama farmaceutico”.
“Il modello di sinergie virtuose tra i settori della ricerca, della produzione, della formazione e della professione in Puglia è ampiamente sperimentato e collaudato. E lo dimostra ancora una volta una azienda come Lachifarma che, aderendo alla iniziativa nazionale ‘Fabbriche aperte’ promossa da Assogenerici, ha voluto e vuole aprire ed estendere alla comunità la conoscenza di realtà professionali e aziendali - cui si riconoscono la profonda autorevolezza anche a livello internazionale e il grande coraggio innovatore - che non solo si integrano con il territorio, nel rispetto della sostenibilità e della sicurezza, ma ne rappresentano una fonte di sviluppo e di crescita, anche occupazionale, che condiziona positivamente tutto l’indotto", ha dichiarato il Senatore Luigi D’Ambrosio Lettieri, componente della Commissione Sanità del Senato, presidente dell’Ordine interprovinciale dei Farmacisti di Bari e BAT e Vice Presidente della FOFI.
"Questa iniziativa - ha proseguito D'Ambrosio Lettieri - rappresenta certamente una opportunità per conoscere non solo una eccellenza made in Italy del settore farmaceutico come Lachifarma, ma anche il contributo che i farmaci equivalenti e biosimilari, senza pregiudicare la ricerca farmaceutica e la innovazione farmacologica, possono apportare al sistema sanitario nazionale in termini di sostenibilità. Realtà imprenditoriali come quella dell’azienda Lachifarma parlano la lingua di un Sud che abbandona la prosa del rivendicazionismo piagnone per scegliere, invece, la forza delle idee che mostrano con orgoglio le cifre distintive più vere e reali di un Sud che affronta le sfide con capacità, competenza e intelligenza".
"Non a caso - ha concluso - la Lachifarma, traducendo nei fatti il motto del suo fondatore, il dott. Villanova, “l’eccellenza è la regola, la qualità è il risultato dell’esperienza”, ha saputo portare sulla scena internazionale la competenza italiana e la capacità innovativa con prodotti di alta specialità”.
Si è svolta oggi a Milano all’interno del sito produttivo della Mipharm, la terza tappa dell’iniziativa “Fabbriche Aperte”, promossa da Assogenerici per mettere in luce i propri gioielli produttivi e far conoscere la solida realtà industriale che compone il comparto dei farmaci generici equivalenti. E, non a caso, il tour di quest’anno fa tappa nella storica azienda farmaceutica milanese fondata nel gennaio del 1998 dal Cavavaliere del Lavoro, Giuseppe G. Miglio, uno dei più importanti siti di produzione conto-terzi esistenti in Italia.
“ In uno scenario così complicato, come quello che dobbiamo affrontare in questi anni , - afferma il Cavalier Giuseppe G. Miglio, fondatore, presidente e CEO di Mipharm, azienda che vanta 4 linee di produzione approvate dalla FDA - il ruolo del produttore di farmaci generici equivalenti diventa assolutamente centrale al fine di garantire livelli qualitativi adeguati. È indubbio che la qualità abbia un costo significativo sia in termini di risorse umane qualificate che di investimenti in tecnologia e processi che, un’azienda come Mipharm, deve garantire per poter soddisfare i requisiti imposti dalle autorità sanitarie, sia italiane sia internazionali e soprattutto dai propri prestigiosi clienti .”
“ Nell’anno cui ricorre il ventennale del farmaco generico equivalente in Italia, e in questo momento in cui è sempre più forte la necessità di riformare la governance della spesa farmaceutica , la campagna ‘Fabbriche Aperte’ vuole riproporre all’attenzione delle Istituzioni e delle amministrazioni locali l’importanza del settore farmaceutico all’interno del sistema industriale del nostro paese e il ruolo sempre più importante che in esso ricopre il nostro comparto anche in termini di nuove opportunità manifatturiere - ha dichiarato Enrique Häusermann, Presidente di Assogenerici. - "Le nostre industrie generano risorse e benessere e l’impegno di Assogenerici, anche attraverso questa iniziativa, è mostrare in che modo ciò avviene. Vedere per credere . Aprire le porte dei nostri stabilimenti produttivi perché il mondo istituzionale, i medici, i pazienti, e i cittadini possano conoscere il livello di avanguardia tecnologica e gli standard qualitativi dietro la produzione dei farmaci generici equivalenti è il nostro miglior biglietto da visita. Lo stesso biglietto da visita con il quale, da sempre, ci siamo alleati a fianco del nostro Servizio Sanitario Nazionale nella lotta per la sua sostenibilità”.
"Per questo la riforma della governance del sistema del farmaco che è in cantiere dovrà contemperare l’esigenza di contenimento della spesa farmaceutica con il diritto di libertà di iniziativa economica, inteso come diritto di ciascuna impresa ad operare in un mercato in cui vi sia reale garanzia di equa concorrenza. - ha proseguito il presidente Assogenerici. - Perché, non ci dobbiamo dimenticare che, ogni scelta che il nostro Paese farà oggi avrà conseguenze non solo sulla gestione della spesa per farmaci ma anche sugli investimenti sul sistema industriale dei farmaci, a partire proprio dal settore manifatturiero. Questo scenario, che richiede il dialogo tra tutte le parti interessate e la disponibilità delle aziende a trovare soluzioni, deve andare di pari passo con la definizione della governance futura. In altri termini serve un Patto di Stabilità pluriennale che sia in grado di fornire regole certe per lo sviluppo di un mercato dinamico”.
“Il 2016 – conclude il Presidente Häusermann – ha registrato importanti operazioni industriali nel nostro settore che sfoceranno in un consolidamento del comparto produttivo con un forte impatto sull'export farmaceutico di cui l'Italia è già leader in Europa. Tutto ciò porta valore al nostro paese e porta orgoglio al nostro comparto: oggi, grazie a Mipharm, potete condividerlo coi noi".
“Se ne va un visionario, che ha saputo intuire nuovi orizzonti per la medicina, additando sempre l’uomo, la persona umana, come paradigma e misura di ogni progresso scientifico. Per questo il professor Veronesi è stato anche fra i primi fautori del lungo cammino di affermazione del farmaco generico in Italia”.
Così il presidente di Assogenerici, Enrique Häusermann, ha commentato la scomparsa dell'oncologo Umberto Veronesi, ex senatore e fondatore dello Ieo, spenstosi ieri a novanta anni, a Milano.
“Nel salutarlo – prosegue Häusermann – non senza una grande nostalgia, ma soprattutto animato da un sentimento di profonda gratitudine e di stima, sulle quali nulla può la morte, mi piace ricordare un passaggio della sua introduzione al libro pubblicato nel 2011 per raccontare i 10 anni dei medicinali equivalenti in Italia. Un brano dal quale emerge, come sempre nel suo pensiero, l’unità indissolubile fra scienza e responsabilità sociale, fra pragmatismo e tensione etica.
Scriveva allora Umberto Veronesi: ‘La sanità della nostra epoca, con la continua e tumultuosa introduzione di alte tecnologie e di farmaci dalla ricerca costosissima, rischia di essere sempre in deficit. Per questo ogni possibilità di risparmio è strategica per continuare a corrispondere a tutti le cure essenziali. Io penso che ogni risparmio che non sia conflittuale con il diritto alle cure sia da incentivare e sostenere. E che i professionisti sanitari, che di solito non amano pensare da manager, debbano considerare come “nuovo dovere etico” anche l’allocazione delle risorse, vale a dire come impiegare i quattrini di tutti’.
"Anche in virtù di queste parole, il Consiglio direttivo di Assogenerici vuole ricordare il professor Veronesi non solo come un oncologo, ma come un precursore in tutti i campi della medicina. Del resto – conclude Häusermann – non è riuscito a coronare in vita il sogno di assistere alla vittoria dell’uomo sul cancro, ma senza dubbio ci ha indicato una strada utile ad affrontare, senza perdere la nostra umanità, tutte le sfide della medicina. Anche quelle che seguiranno la sconfitta definitiva del cancro”.
Il sotto-utilizzo dei farmaci equivalenti in Italia è inaccettabile: aumenta la spesa a carico dei cittadini, riduce la compliance e peggiora gli esiti di salute nei pazienti cronici". Lo denuncia la Fondazione GIMBE, che in un position statement appena pubblicato analizza cause e soluzioni per la scarsa diffusione dei medicinali 'non griffati' nel nostro Paese rispetto all'Ocse.
Alla base di quest'anomalia tutta italiana - sottolinea il documento - c'è una combinazione di "pregiudizi individuali, inevitabili conflitti di interesse e una normativa che consente ampi margini di discrezionalità", evidenzia il documento (www.gimbe.org/equivalenti). Nel 2013 gli equivalenti "hanno rappresentato il 19% del mercato farmaceutico totale in consumi (media Ocse 48%) e l'11% della spesa (media Ocse 24%)".
E dal Rapporto OsMed sull'uso dei medicinali in Italia 2015 emerge "un paradosso clamoroso: se i farmaci a brevetto scaduto rappresentano il 21,4% della spesa pubblica, gli equivalenti incidono solo per il 28%; in pratica, il 72% della spesa dei farmaci a brevetto scaduto viene assorbita da quelli di marca, con notevoli differenze regionali che assegnano al Centro-Sud la consueta maglia nera". A farsi carico della differenza non rimborsata dal Ssn sono i cittadini, con "una spesa di oltre 1 miliardo nel 2015 e di 437 milioni nei primi 5 mesi del 2016, +2,6% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente".
La diffidenza è immotivata. "La ricerca scientifica, negli anni - afferma Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe - ha dimostrato che il farmaco equivalente è altrettanto efficace e sicuro di quello di marca e può contare su robuste evidenze di sperimentazione e utilizzo (almeno 10 anni), e che il sotto-utilizzo degli equivalenti aumenta la spesa dei cittadini e riduce la compliance terapeutica, in particolare nelle malattie croniche, con ulteriore aumento dei costi per il Ssn".
Le soluzioni? Innanzitutto, basta chiamarli generici: "è un aggettivo dequalificante - dice Cartabellotta - che alimenta l'errata percezione di una minore qualità, efficacia e sicurezzadell'equivalente rispetto al farmaco di marca".
Però è anche necessario rimuovere i pregiudizi, formando e sensibilizzando medici, farmacisti e cittadini sui notevoli benefici di salute ed economici che potrebbero derivare da un cambio di rotta
Infine - conclude Gimbe - servono strategie di sistema: "integrare liste di trasparenza e reminder delle cartelle cliniche informatizzate dei medici di famiglia, prevedere sistemi premianti per le prescrizioni di equivalenti, monitorare le responsabilità dei farmacisti, studiare nuovi interventi di governance del farmaco, tra cui la non rimborsabilità di quelli di marca a brevetto scaduto il cui prezzo superi quello di riferimento di una determinata percentuale".
"Il Position Statement recentemente pubblicato dal Gimbe rappresenta la prima analisi indipendente che mette come vi sia soprattutto un fattore culturale dietro il sottoutilizzo dei farmaci equivalenti in Italia rispetto alla media europea" - ha commentato Enrique Häusermann, presidente Assogenerici. - Ciò che viene comunicato qui è quanto sosteniamo da tempo: il sottoutilizzo dei farmaci equivalenti, determinato dalla diffidenza, nuoce alla collettività ovvero alla salute pubblica nel suo complesso”.
Vent’anni dei farmaci equivalenti in Italia, era il 1996 e nasceva Assogenerici. L’associazione dei produttori di farmaci equivalenti e di medicinali biosimilari celebra oggi questo traguardo – in occasione della sua assemblea pubblica annuale – ricordando per bocca del presidente Enrique Häusermann alcuni dati importanti non solo per il comparto, ma soprattutto per il servizio sanitario e per la collettività: “ Dal 2000 ad oggi, senza farmaci equivalenti e biosimilari la spesa farmaceutica sarebbe stata di 4 miliardi più alta. Maggiori oneri che si sarebbero ripercossi anche sull’accesso alle cure: a titolo di esempio, grazie all’arrivo del Filgrastim biosimilare, dal 2006 al 2015 il numero dei pazienti che hanno potuto beneficiare di questo trattamento è aumentato del 53%; e ancora, in un solo anno, l’infliximab biosimilare ha consentito di curare il 10% di malati in più”.
I farmaci equivalenti celebrano i loro primi vent’anni, come grandi alleati dell’innovazione perché funzionali all’efficienza del sistema, unica alleanza possibile per continuare a offrire vero universalismo sanitario e accesso concreto alle nuove terapie : “Se nel nostro paese si è riusciti nel tempo a sostenere la spesa farmaceutica e a permettere l’adozione progressiva dell’innovazione – aggiunge Häusermann – lo si deve alla presenza di un settore, quello dei medicinali equivalenti e biosimilari, dinamico e competitivo. In questo delicato momento economico e istituzionale, il nostro impegno è di essere sempre al fianco del nostro Servizio Sanitario Nazionale, come un’importante risorsa nell’impegno complessivo per la sua sostenibilità. I farmaci generici equivalenti e biosimilari rappresentano uno strumento particolarmente adatto a coniugare accesso alle terapie per un più ampio numero di pazienti e sostenibilità, perché contribuiscono, per loro natura, sia al processo di razionalizzazione della spesa pubblica, sia alla crescita economica del Paese. Di qui il valore etico ancor prima che economico – prosegue il presidente di Assogenerici – del ‘bene farmaco’. Un valore del quale siamo profondamente convinti e sul quale si fonda la missione delle aziende che aderiscono alla nostra associazione”.
Equivalenti e biosimilari sono un tassello importante di un servizio sanitario che ha anche bisogno di un profondo rinnovamento: “Come sosteniamo da tempo – sottolinea Häusermann – occorre rivedere nel suo complesso la governance del sistema, cercando di salvaguardare le caratteristiche del nostro servizio sanitario: inclusività, universalità e solidarietà. Alla battaglia che l’attuale Ministro della Salute sta conducendo, per salvaguardare l’eccellenza della tutela della salute nel nostro paese, occorre affiancare misure che ne rendano sostenibile la gestione, per evitare che l’universalismo rimanga solo sulla carta”.
Occorre dunque un finanziamento della sanità adeguato e non solo sufficiente, trasparenza e costanza dell’assetto normativo, per dare al settore la possibilità di una reale programmazione e, infine, prevedere che i risparmi realizzati nel campo della spesa farmaceutica non vengano destinati a coprire altre spese, ma a finanziare l’innovazione terapeutica. “Serve dunque un Patto di Stabilità pluriennale – riprende Häusermann – in grado di fornire regole certe per lo sviluppo di un mercato dinamico e concorrenziale, che deve essere perseguito, a nostro avviso, seguendo poche ma chiare direttrici: introduzione di un sistema di rimborsabilità dei farmaci basato su fasce di reddito, perché solidarietà e universalità non possono più tradursi nel ‘dare tutto a tutti’; potenziamento dell’attività di informazione indipendente per l’utilizzo dei generici equivalenti e biosimilari, sia verso la classe medica sia verso i pazienti; superamento degli aspetti più critici del
pay back: le aziende dovrebbero essere chiamate a ripianare lo sforamento in modo proporzionale rispetto al fatturato conseguito nell’anno di riferimento, tranne quelle che operano nel canale ospedaliero attraverso le gare, da tenere totalmente al riparo dal sistema dei ripiani di spesa, visto che non possono determinare né il prezzo di cessione né il livello di consumo dei farmaci, ma anzi contribuiscono alla stessa riduzione della spesa”.
Solo così, conclude Häusermann, “il nostro settore potrà continuare a produrre valore per l’economia del paese e per la salute dei cittadini. Siamo una risorsa che genera risorse e genera salute. Un impegno, questo, che dobbiamo alle generazioni future, e dal quale discende l’orgoglio per ciò che le nostre aziende realizzano ogni giorno, nel far sì che i farmaci equivalenti e i biosimilari rappresentino davvero un valore etico, un valore sociale e un valore industriale”.