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GENOVA, 11 marzo 2017 - “Se è vero che i farmaci biologici rappresentano la nuova frontiera della ricerca e la risposta del futuro alle patologie più gravi, i farmaci biosimilari saranno in scena da protagonisti, sia sul fronte dell’innovazione, sia sul fronte della sostenibilità. E le norme  sulle procedure pubbliche d’acquisto introdotte con la Legge di Bilancio 2017 saranno lo strumento capace di garantire cure appropriate ad una sempre più amplia platea di pazienti”. 

A sostenerlo è stato Manlio Florenzano, presidente dell’IBG (l’Italian Biosimilars Group di Assogenerici), intervenendo oggi a Genova al  Convegno su “Innovazione, sostenibilità e partnership pubblico-privato in sanità”  promosso dal Dipartimento di Economia dell’Università degli Studi di Genova in collaborazione con la Regione Liguria e varie istituzioni pubbliche e private.

Al centro dei lavori la necessità di mettere a sistema sostenibilità economica e innovazione in ambito sanitario e farmaceutico individuando sinergie e soluzioni condivise tra tutti i soggetti istituzionali ed economici coinvolti. Sotto la lente, tra l’altro, le stime elaborate su dati Quintiles Ims in base alle quali le regole dell’accordo quadro ad aggiudicazione multipla in vigore da inizio anno per l’acquisto dei farmaci biologici  potrebbero determinare,  nei prossimi 3 anni, una minore spesa di oltre 500 milioni di euro”.

“I biosimilari  hanno  trasformato un privilegio di pochi - l’accesso alle cure più innovative e costose - in un diritto di molti, migliorando il rapporto costo/efficacia di terapie esistenti e assicurando farmaci fondamentali nella pratica clinica quotidiana a costi sostenibili per il Ssn  e rappresentano una opportunità straordinaria per l’Europa e per il nostro Paese, anche dal punto di vista industriale – ha spiegato Florenzano. – Il mercato è destinato ad evolversi rapidamente proprio a fronte del rebus della sostenibilità che rappresenta una sfida cruciale per tutti i sistemi sanitari del mondo avanzato.  Stime europee attestano ad un totale compreso tra i 12 e i 35 miliardi la minore spesa realizzabile con il ricorso ai biosimilari negli 8 principali Paesi europei tra il 2007 e il 2020. Sempre nel 2020, peraltro, perderanno la copertura brevettuale 6 farmaci biologici che vantano in Europa un mercato superiore ai 10 miliardi”.

“In un periodo storico come quello attuale, che vede il Servizio sanitario nazionale chiamato ad affrontare la sfida dell’attuazione dei nuovi Livelli essenziali di assistenza proprio mentre subisce un nuovo taglio di 422 milioni al Fondo sanitario nazionale ha concluso -  i biosimilari rappresentano una chance irrinunciabile, a patto che le risorse da essi generate  vengano reinvestite fino all’ultimo centesimo per garantire ai pazienti l’accesso ai farmaci innovativi”, ha proseguito.

“In quest’ottica – ha concluso - il primo obiettivo deve essere rappresentato dalla maggiore chiarezza delle informazioni istituzionali indirizzate ai clinici e ai pazienti in un  percorso nel quale, come aziende, speriamo di poter contare sul supporto di Aifa e di tutti gli stakeholder del settore”. 

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Foto: Ivan Samkov su Pexels