Prima di parlare dell'iniziativa del gruppo VAM "Il valore aggiunto della salute" cerchiamo di inquadrare il contesto in cui esso si è formato.
Sono almeno 10 anni che si parla della “digital transformation” e dei suoi derivati: “digital revolution” e “digital disruption”. Quello della trasformazione digitale è però un concetto che spesso viene confuso con la semplice introduzione di nuove tecnologie: solo due aziende su tre hanno avviato progetti di digital transformation e di questi, solo una parte include cambiamenti profondi e strutturali, mentre molti consistono in semplici modifiche utili a ridurre i costi. Ma replicare un servizio esistente in una forma digitale non è sufficiente.
La “digital disruption” letteralmente “distrugge” i “vecchi” modelli di business, cambia nel profondo la concezione del lavoratore rispetto alla propria mansione, ridefinisce tutte le modalità con cui l’azienda gestisce i propri processi produttivi. Obbliga a superare le paure del cambiamento e premia gli “entranti digitali”, permettendo la creazione di enorme valore.
Un numero importante delle nostre aziende è tuttavia ben lontano da un cambiamento di prospettiva a livello tecnologico. E c’è voluta una pandemia mondiale per accendere davvero l’attenzione e il dibattito generalizzato su una trasformazione che non può essere più considerata come una strategia di differenziazione, ma che finirà al più presto per rappresentare un prerequisito indispensabile per riuscire ad operare più o meno in qualsiasi settore economico.
Ciò vale anche nel settore della salute: l’emergenza sanitaria globale ha lasciato un segno incancellabile ed ha evidenziato con forza la necessità di disporre di strumenti in grado di rispondere in maniera veloce a bisogni di cura crescenti. In particolare, la tecnologia ha rivestito un ruolo dirimente per riuscire a fronteggiare anche le situazioni più critiche in modo efficiente, fornendo opportunità di miglioramento che prescindono dall’emergenza Covid-19.
Il progetto "Il valore aggiunto alla salute"
In questa cornice e spinta da queste evidenze si colloca il progetto del Gruppo Vam intitolato “Il valore aggiunto alla salute”: un ciclo di incontri con AD/ Ceo di aziende nazionali o multinazionali specializzate in innovazione tecnologica così come con accademici esperti in tema di tecnologie per l’innovazione dei sistemi sanitari, la valutazione dell’impatto dei servizi a valore aggiunto nella gestione delle patologie, la trasformazione digitale e le nuove frontiere per la sanità.
Incontri a porte chiuse nel corso dei quali gli esponenti delle aziende associate al Gruppo VAM avranno l’opportunità di confrontarsia tutto campo con esperti di innovazione tecnologica, approfondendo il tema del valore aggiunto alla Salute attraverso le possibili connessioni tra il pharma e la digital health. Obiettivo: gettare le basi per la creazione di una nuova cultura delle Value Added Medicines e favorire un ragionamento allargato sul valore dell’innovazione digitale applicata alla salute.
- Roundtable con Roberto Ascione (Ceo Healthware Group) - 14 dicembre 2020
- Roundtable con Gian Franco Gensini (Direttore Scientifico IRCCS MultiMedica) - 17 febbraio 2021
- Roundtable con Francesco Marcellino (CEO Datawizard) e Davide Sirago (CEO & Co-founder Carepy) – 28 settembre 2021
- Roundtable con Ennio Tasciotti (Direttore Human Longevity Programme IRCCS S. Raffaele, Ordinario di Biotecnologia Università San Raffaele) - 15 febbraio 2022