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Gran parte delle cure chemioterapiche e delle cure di supporto è off patent. Armi fondamentali per garantire equità e qualità delle cure oncologiche nei Paesi Ue.

 

 «Generici-equivalenti, biosimilari e Value Added Medicines sono armi fondamentali per garantire l’equità e la qualità delle cure oncologiche nei Paesi europei. Non è un caso se ad essi fa riferimento il Piano lanciato ieri dalla Commissione UE che punta a garantire l’accesso ai farmaci essenziali e all’innovazione».

A sottolineare la centralità dei prodotti off patent nell’Europe's Beating Cancer Plan è Enrique Häusermann, presidente Egualia (già Assogenerici): «I farmaci unbranded rappresentano quasi il 70 per cento dei medicinali soggetti a prescrizione medica in Europa – spiega – e la gran parte degli agenti oncologici di prima linea, così come diversi farmaci biologici utilizzati ampiamenti in oncologia e molti trattamenti di supporto, come anti-nausea, antidolorifici e antibiotici, sono farmaci fuori brevetto. Prodotti il cui indiscutibile e prioritario valore consiste nell’opportunità di garantire e ampliare l'accesso dei pazienti alle cure e prevenire la carenza di medicinali attraverso una maggiore scelta e disponibilità di trattamenti. Temi che rappresentano una urgenza assoluta, tanto che nel Piano Ue per il cancro è prevista anche la creazione di un registro delle disuguaglianze, proprio per individuare tendenze, disparità e disuguaglianze tra Stati membri».

Il Piano varato ieri dall’Ue sottolinea gli sviluppi di diagnosi e trattamento del cancro che hanno notevolmente migliorato la sopravvivenza e qualità della vita dei pazienti ma registra anche la crescita e la variabilità dei costi tra i diversi Paesi e soprattutto la crescita delle carenze di medicinali, al centro anche della Strategia farmaceutica per l’Europa adottata lo scorso novembre. Proprio all’Industrial Strategy fa esplicito riferimento il Piano Ue sul cancro, sottolineando l’intenzione di “migliorare l'accesso ai medicinali” e suggerendo “il riutilizzo dei farmaci esistenti come strategia praticabile ridurre i tempi, diminuire i costi di sviluppo e migliorare le percentuali di successo”, poiché “occorrono quasi 15 anni per sviluppare nuovi medicinali”.

«Le iniziative messe in campo per garantire le catene di approvvigionamento, rispondere alla carenza di farmaci e assicurare che i trattamenti rimangano accessibili per i pazienti – sottolinea Häusermann - non possono prescindere dalle richieste avanzate anche oggi dai produttori europei del comparto rappresentati da Medicines For Europe:

  • una riforma degli appalti pubblici per garantire l'approvvigionamento di medicinali in tutta l'UE al fine di prevenire carenze;
  • la riduzione dell'onere amministrativo e dei costi del mantenimento dei medicinali sul mercato migliorando l'efficienza normativa;
  • l’incentivazione degli investimenti nella resilienza della catena di approvvigionamento manifatturiera;
  • l’eliminazione delle barriere ancora esistenti in molti Paesi all’uso dei biosimilari;
  • la valorizzazione dei farmaci a valore aggiunto (VAM) che rappresentano un potenziale inesplorato per l’ottimizzazione delle terapie esistenti».

«Adattando il sistema di incentivi fornito dal quadro farmaceutico dell'UE per sostenere l'innovazione durante l'intero ciclo di vita delle molecole – conclude il presidente di Egualia - possiamo ottenere un quadro competitivo ed efficiente sotto il profilo delle risorse, rispondendo ai bisogni insoddisfatti e migliorando la vita dei pazienti europei».

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Foto: Brett Sayles su Pexels