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Sono 2.400 i medici di Medicina Generale che hanno accolto la sfida proposta dalla Regione con il progetto di presa in carico dei pazienti cronici lanciato a gennaio con la delibera che ha introdotto un nuovo modello di presa in carico dei 3 milioni e mezzo di pazienti lombardi affetti da cronicità, basato costruzione di percorsi strutturati per patologia e per livelli di complessità e fragilità, prevedendo tariffe ad hoc per la presa in carico di 62 patologie croniche.

A dare notizia in un comunicato di quello che definisce un “risultato eccezionale” è stato il vice segretario nazionale della Fimmg, Fiorenzo Corti, sottolineando che il percorso di gestione della conicità rappresenta un’opportunità in particolare per i molti colleghi, soprattutto giovani e da poco operativi sul territorio “per i quali poter disporre di un collaboratore di studio o di un infermiere è un miraggio”.

“Grazie alla cooperativa di cui sono soci - ha spiegato Corti - questi colleghi avranno a disposizione personale di supporto e potranno offrire un servizio di maggior qualità ai propri assistiti”. “Il progetto - ha proseguito - non è altro che il prosieguo della sperimentazione CReG iniziata nel 2012 che ha visto il coinvolgimento dapprima di circa 500 medici fino ad arrivare a circa 800 nel 2017 con la presa in carico di circa 200mila pazienti cronici. Un segmento di questi pazienti, circa 60mila, sono stati seguiti da due cooperative (IML, Iniziativa Medica Lombarda e CMMC, Cooperativa Medici Milano centro) operanti nelle aree di Milano e Bergamo e il progetto denominato “Buongiono CReG” ha ricevuto un riconoscimento ufficiale dalla Commissione Europea, diventando sito di riferimento anche per altri paesi dell'Unione”.  

 A motivare l’apprezzamento sono i risultati conseguiti dalla sperimentazione CReG:  “I pazienti che hanno aderito al percorso – riassume ancora il comunicato -  hanno subito un numero inferiore, statisticamente significativo, di ricoveri ospedalieri e di accessi al Pronto Soccorso rispetto ai pazienti curati tradizionalmente: un risultato assolutamente importante che va sottolineato”.

Risultati che si spera di estendere e potenziare con il nuovo progetto grazie al quale i pazienti affetti da patologie croniche si vedranno proporre dal proprio medico un PAI (piano assistenziale individuale) che consisterà nella prescrizione di farmaci, di esami di laboratorio, visite specialistiche o prestazioni di diagnostica strumentale. Nella realizzazione del percorso il medico associato ad una cooperativa sarà supportato, nel trattamento della patologia cronica, dal centro servizi della medesima, che provvederà a prenotare visite specialistiche ed esami previsti dal Piano Assistenziale Individuale, a controllare che questi siano eseguiti.  

“La realizzazione del programma - ha spiegato ancora Corti - dovrebbe anche stimolare, come già accaduto con i CReG, la nascita di nuovi ambulatori (ad esempio per le prestazioni di telemedicina (elettrocardiogramma, spirometria, retinografia, finalizzate per evitare spostamenti inutili a poliambulatori e a ospedali) e i pazienti trattati passerebbero da 200mila a un milionepassiamo da 800 a 2400 medici e da 200.000 a un milione di pazienti trattati”. “Questa esperienza – ha concluso - è osservata con interesse da molte altre realtà territoriali, dentro e fuori i confini nazionali. E va infine sottolineato che l’Atto di indirizzo appena licenziato dal Comitato di settore Regioni Sanità per il rinnovo dell’accordo collettivo nazionale insiste molto nell’indicare proprio la gestione delle patologie croniche come uno dei punti più qualificanti del  contratto della Medicna generale”.