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Del Covid  e delle sue vittime sappiamo tutto. Forse anche troppo. Ogni giorno. Ma che fine hanno fatto i pazienti non-Covid? A ri-accendere la domanda è l’Osservatorio permanente sullo stato dell’assistenza ai pazienti NON Covid-19 lanciato con il terzo Rapporto di Salutequità - Organizzazione indipendente per la valutazione della qualità delle politiche per la salute, guidata da Tonino Aceti - dedicato proprio alla “Trasparenza e accesso ai dati sullo stato dell’assistenza ai pazienti NON Covid-19” che traccia un bilancio inquietante. Con la pandemia, la Lombardia ha perso 2,4 anni di vita, il 10% di un’intera generazione; l'attesa di vita alla nascita in Italia è andata indietro in media quasi di un anno, abbassando l’asticella soprattutto nelle Regioni del Nord, per una media Italia di 9 mesi di vita persi. E ci son buone probabilità che le cose in futturo possano andare ancora peggio.

"Nel 2020 - denuncia Salutequità - la rinuncia alle cure dei pazienti non-Covid è aumentata di circa il 40% rispetto al 2019;  il 10% dei cittadini ha rinunciato alle cure, circa la metà a causa del Covid-19, contro il 6,3% del 2019. Il fenomeno è addirittura raddoppiato, sempre a causa del Covid, in Piemonte (48,5%), Liguria (57,7%), Lombardia (58,6%) e Emilia-Romagna (52,2%). A rinunciare maggiormente alle cure, infine, sono state le donne".

Se va male per chi contrae l’infezione da Sars-Cov2, va malissimo per chi era già affetto da altre patologie o, peggio, per chi avrebbe potuto evitarle grazie agli screening oncologici: nel periodo gennaio-settembre 2020 rispetto allo stesso periodo 2019  - documenta il rapporto - sono stati svolti 2.118.973 in meno screening cervicali, mammografici e colorettali (-48,3%). Dati da cui discende una riduzione delle diagnosi di lesioni, carcinomi e adenomi avanzati per un totale di 13.011.

Di più: la contrazione dell’accesso alle cure ha influito anche sull’accesso alle terapie innovative. Nel periodo gennaio-settembre 2020, infatti, la spesa per i farmaci innovativi non oncologici è diminuita per un ttotale di  -122,4 MLN di euro rispetto al 2019.

“Quel che è peggio però - commenta Tonino Aceti Presidente di Salutequità - è che se da un lato nessun provvedimento per gli anni 2021 e seguenti, a partire dall’ultima legge di Bilancio per arrivare al recente decreto Sostegni, ha preso in considerazione una qualsiasi forma di programmazione e/o finanziamento per il “rientro” delle mancate terapie non-Covid  mancano anche all’appello una serie di dati ufficiali accessibili pubblicamente, fondamentali per dimensionare con precisione l’effettivo fenomeno e mettere in campo rapidamente le necessarie azioni correttive e monitorarle tempestivamente”.

L'elenco è lungo e deprimente: l'ultima Relazione sullo stato sanitario del Paes  è quella del 2012-2013; il Monitoraggio dei LEA è fermo ai risultati 2018;  - 7 anni di ritardo rispetto ai dati 2020;  idem per il Nuovo Sistema di Garanzia dei LEA (NSG). Fermi al 2018 anche l'Annuario statistico del Servizio sanitario nazionale; il report sul Personalde del SSN; il Conto Annuale. L'edizione aggiornata delle SDO (Rapporto annuale sulle attività di ricovero ospedaliero)  è quella del 2019. 

"I ritardi nella pubblicazione dei dati contenuti nelle rilevazioni ufficiali hanno sempre rappresentato una criticità importante del SSN, sia dal punto di vista della verifica dell’efficacia degli interventi, sia da quello sulle modalità di utilizzo delle risorse stanziate, a partire da quelle previste nei provvedimenti emergenziali per il potenziamento del SSN, dall’assistenza territoriale, al recupero delle liste di attesa", commenta ancora Aceti .

"Per colmare il gap - conclude -  è necessario predisporre un preciso programma che parta dall’immediato aggiornamento al 2020 e relativa pubblicazione di tutte le rilevazioni ufficiali delle diverse istituzioni sanitarie (e non), per misurare lo stato attuale dell’assistenza garantita ai pazienti NON Covid-19, rilevare le criticità nell’accesso alle cure e impostare subito un Piano nazionale di recupero del SSN per gli assistiti non covid. Per questo serve una nuova Relazione sullo stato sanitario del Paese 2020-2021 (l’ultima si riferisce al 2012-2013), come pure avviare un’indagine conoscitiva parlamentare sullo stato dell’assistenza garantita ai pazienti NON Covid”.

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Foto: Maurício  Mascaro su Pexels