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I dati sulla crisi economica e le richieste delle aziende in una lettera aperta del Comitato Esecutivo di Medicines for Europe ai Ministri europei della Salute e alla Commissione UE

 

 

 

La guerra in Ucraina ha aumentato del 65% i costi del gas e del 30% quelli dell’elettricità; i costi delle materie prime e di produzione sono aumentati tra il 50% e il 160%; i costi di trasporto stanno subendo l’effetto di numerosi colli di bottiglia che determinano aumenti fino al 500%. Infine l'inflazione generale sta esacerbando la carenza di competenze delle risorse umane in un settore scientifico specializzato come quello della produzione farmaceutica. È un quadro di crisi economica complessiva che sta mettendo a dura prova l’attività delle aziende farmaceutiche produttrici di farmaci fuori brevetto e di conseguenza rende a rischio la produzione e consegna di medicinali essenziali in tutta Europa.

A denunciare la situazione il Comitato esecutivo di Medicines Europe in una lettera aperta inviata ali Ministri europei della Salute e alla Commissione Europea per chiedere un intervento immediato che serva ad affrontare la situazione «con politiche sostenibili allineate a quelle di supporto all’autonomia strategica europea».

«Il nostro settore - sottolinea l’associazione dei produttori Ue del comparto che fornisce quasi il 70% della prescrizione di medicinali a basso costo per i sistemi sanitari dell’Unione - opera in un mercato altamente regolamentato in cui i prezzi sono fissati da prezzi nazionali e autorità di rimborso e soggette a misure automatiche di riduzione del prezzo. La maggior parte degli Stati membri applica misure aggiuntive di riduzione dei prezzi sotto forma di congelamento dei prezzi, misure di clawback, sconti obbligatori, contratti di sconto e riduzioni di prezzo non negoziabili». «Abbiamo l’obbligo morale e legale di mantenere la fornitura di medicinali essenziali all’Europa - prosegue il messaggio - ma non possiamo continuare ad operare in un ambiente che combina l’inflazione dilagante dei costi a politiche di continua riduzione dei prezzi».

Conseguenziali le richieste avanzate dai produttori:

  • riconoscere il settore dei medicinali soggetti a prescrizione, in quanto fornitore di beni essenziali, come area critica nei piani di emergenza nazionali ed europei in relazione all’accesso a forniture energetiche vincolate;
  • accendere i riflettori sui rischi per l’approvvigionamento, incoraggiando gli Stati membri ad affrontare il tema dell’inflazione ai sensi degli obblighi della Direttiva sulla trasparenza per quanto attiene alla disponibilità ed efficienza della produzione farmaceutica;
  • adottare misure per mitigare l’impatto dell'inflazione sul costo delle merci, consentendo alle aziende di adeguare i prezzi al livello dell'inflazione;
  • riconoscere la riforma dei percorsi di procurement e dei modelli di tariffazione come priorità assoluta nel diritto UE, adottando le gare d’appalto multi-vincitore e i criteri MEAT (economicamente più vantaggiosi) per premiare le aziende che investono in fornitura sicure e verdi e transizione digitale;
  • ridurre la complessità e il costo della conformità normativa, migliorando l’efficienza della regolamentazione farmaceutica;
  • sostenere gli investimenti nell’industria manifatturiera europea consentendo alle aziende dei farmaci fuori brevetto la partecipazione ai progetti di Comune Interesse Europeo (IPCEI) finanziati dall’UE.

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Foto: Gerd Altman su Pixabay