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Parcheggiati in Pronto Soccorso,  dopo aver ricevuto le prime cure, in attesa di un posto letto capace di accoglierli. È l’esperienza quotidiana di almeno 3mila pazienti al giorno. Ed è anche la cartina di tornasole della patologia da “sovraffollamento” che affligge le strutture del Ssn. Il dato  emerge dalla stima fatta da Simeu (Società italiana della medicina di emergenza-urgenza) sulla base di una raccolta dati, il cui risultato è stato  diffuso oggi in occasione della IV Settimana Nazionale del Pronto Soccorso, in programma dal 13 al 21 maggio in tutte le principali città italiane, a dedicata quest’anno proprio al “Sovraffollamento nel Sistema di Emergenza Urgenza”.  

“È un problema di sistema che schiaccia sia il paziente sia il professionista dell'emergenza”,   spiega il presidente nazionale Simeu, Maria Pia Ruggieri, convinta che “l'alleanza tra i cittadini nei due ruoli è il valore aggiunto della Settimana del Pronto Soccorso di Simeu, occasione di confronto tra operatori, pazienti, istituzioni nelle diverse sedi”.  E la rilevazione - denominata Prontosett e realizzata il 13 marzo scorso su un campione di 243 Pronto Soccorso su tutto il territorio nazionale – non lascia dubbi in merito: voleva essere “una istantanea della situazione dei pronto soccorso italiani in un qualsiasi lunedì dell’anno, non interessato da emergenze stagionali come l’epidemia influenzale o il caldo estivo è tale è stata.

I nosocomi che hanno aderito  all’iniziativa hanno accolto nel 2016 circa 11 milioni di pazienti, pari al 52% degli accessi di tutti i PS italiani del 2015 (dati PNE 2015 della Salute) : alle ore 14 del 13 marzo – rede noto il Simeu - erano presenti 9.043 pazienti dei quali 1.560, dopo aver ultimato il percorso clinico in urgenza, erano in attesa di posto letto per ricovero in ospedale. Da questi dati si può stimare che, al di fuori di eventi eccezionali stagionali, ogni giorno oltre 3000 pazienti attendono nei pronto soccorso un posto letto, attesa che può durare anche per diversi giorni e nella maggior parte dei casi su barelle.

Dall’intervista, che ha coinvolto 64 DEA di secondo livello e 122 Dea di primo livello è emerso peraltro che la maggior  sofferenza si registra  nei grandi ospedali metropolitani: gli stessi che nel PNE 2015 mostrano una permanenza in pronto soccorso oltre le 12 ore superiore al 10%.

La IV edizione della Settimana nazionale del Pronto Soccorso – organizzata come le precedenti in partnership con il Tribunale per i Diritti del Malato di Cittadinanzattiva  - sarà l’occasione per ribadire gli obiettivi “Policy Statement sul Sovraffollamento dei Pronto Soccorso”, pubblicato nel novembre 2015 con l’obiettivo di individuare i punti fondamentali su cui è necessario un impegno comune delle istituzioni, delle aziende ospedaliere e delle singole strutture.

 “Il Pronto Soccorso è l’unico presidio del SSN attivo h24  sette giorni su sette, sempre pronto a rispondere al bisogno di salute della collettività, un servizio nel quale i cittadini ripongono molta fiducia nonostante in alcuni casi i disagi dovuti alle attese, un servizio che tra l’altro si fa carico ogni giorno anche di alcune inefficienze che esistono all’interno degli altri reparti ospedalieri e nei servizi sanitari territoriali  - commenta Tonino Aceti, coordinatore nazionale del TDM-Cittadinanzattiva. – Per questo va sostenuto, rafforzato e migliorato garantendo l’attivazione in tutti i PS dell’Osservazione Breve Intensiva (OBI) con posti letto dedicati, ad oggi non attiva in molti PS, una migliore e più trasparente gestione dei posti letto degli altri reparti ospedalieri, una più attenta politica del personale e attraverso l’adozione da parte di tutte le strutture sanitarie della Carta dei Diritti al Pronto Soccorso di Cittadinanzattiva-TDM e Simeu diffusa in tutte le Regioni d’Italia”.